“Il vino si fa in vigneto” è un detto da sempre utilizzato dal gotha dei produttori di vino nel mondo.
Ogni azione sulla gestione del vigneto, partendo dal suolo fino alla selezione dei grappoli, è fondamentale per ottenere il miglior risultato nel vino.
In questi primi mesi dell’anno si lavora sulla potatura delle viti, che si effettua in due momenti chiave: la potatura secca in inverno e verde in primavera. La potatura invernale va impostata in base alla vigoria della pianta, modulare la carica di gemme è fondamentale per regolare l’uniformità dei germogli. Questa è la chiave per avere uniformità nella fioritura e nella maturazione delle uve.
La vite è come l’uomo, prima di caricarsi uno zaino di trenta kg in spalla bisogna essere allenati, così il carico produttivo (la carica di gemme) va regolato in base alla vigoria della pianta.
Tutte le operazioni agronomiche in vigneto vanno regolate in maniera fine e precisa per arrivare alla vendemmia con la migliore qualità possibile. L’agronomo in questa fase diventa un “direttore d’orchestra”, che dirige ogni parametro per arrivare alla sinfonia perfetta.
In questa melodia uno strumento molto importante è il “terroir microbiologico”: favorire le interazioni tra i microorganismi del suolo e la radice della pianta consente di trasmettere alla vite tutte le caratteristiche peculiari della zona.
Il rapporto tra le radici della pianta e il terreno è molto più complesso di quanto si pensi, le piante “comunicano” (con segnali ormonali ed enzimatici) e collaborano con i microorganismi, questo rapporto è fondamentale per l’espressione della pianta e del terroir.
Gli aromi del vino sono strettamente correlati anche al suolo e alla sua biodiversità!
Per perfezionare le uve nel periodo prima della maturazione si può regolare ulteriormente il carico produttivo con la selezione dei grappoli eccessivi e/o che restano verdi: in questo modo possiamo raggiungere il massimo obiettivo qualitativo.
Per questo è molto interessante lavorare con le vecchie viti: la vigna matura diventa più “saggia”, porta solo quello che riesce e che solitamente è anche più interessante per noi, ha più materie di riserva, sopporta meglio le stagioni, la siccità e i capricci del clima.