Siete in vena di investimenti anche solo organolettici? Le bottiglie che si prestano all'invecchiamento per la loro potenza aromatica, la struttura tannica e l'acidità, sono un ottimo modo di proteggere il capitale enologico. Sempre che lo beviate
Per definizione, un vin de garde è un vino che può essere conservato per diversi anni e che migliora nel tempo. E anche se non tutti i vini migliorano con l’età e alcuni sono più adatti a essere gustati giovani, in molti fortunati casi il vino beneficia del passare del tempo, regalando sempre nuove espressioni di sé. Il periodo di invecchiamento ottimale varia a seconda dell’annata, della varietà, della zona di produzione: i vini da medio invecchiamento possono essere conservati per un periodo compreso tra i cinque e i dieci anni, mentre i vini da lungo invecchiamento possono essere conservati per un periodo compreso tra dieci e vent’anni. Poi ci sono i campioni, a lunghissimo invecchiamento, che raggiungono il loro apice anche dopo vent’anni e più. Queste differenze derivano dalle caratteristiche intrinseche e uniche del prezioso liquido, ed è questo che rende la gestione efficace della cantina complessa e stimolante.
Ma perché possiamo conservare un alimento così a lungo, senza aver timore che non sia salubre? Le nostre bottiglie hanno bisogno ovviamente di un conservante, e nel caso del vino, molte molecole ci aiutano a mantenere “in forma” il nostro amato liquido. Ovviamente l’alcool e l’acidità, quindi il pH tendenzialmente basso, e infine – soprattutto per i vini rossi – anche la componente polifenolica (i tannini, per capirci). Tutte queste molecole svolgono un ruolo fondamentale nell’equilibrio microbiologico del vino, ma hanno anche un ruolo fondamentale sull’inibizione allo sviluppo di possibili patogeni dannosi alla salute umana: anche un vino completamente ossidato non potrà causarvi alcun danno, se non quello di una delusione gustativa.
Vuoi saperne di più? Continua a leggere su Linkiesta Gastronomika