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Immagine del redattoreAndrea Moser

Il vino italiano è in pericolo?

Meno vino esportato negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Germania, i consumi internazionali reggono solo grazie ai “frizzantini” sottocosto. È il momento di ripensare il settore


L’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base Nielsen-IQ riporta una fotografia impietosa: rallentano ancora le vendite di vino nei tre principali mercati della domanda mondiale. Nel primo semestre 2024, nella grande distribuzione di Stati Uniti, Regno Unito e Germania si vende meno vino: -4,3 per cento, per un valore a 13,9 miliardi di euro. L’Italia tiene e le vendite risultano stabili, ma non per questo è minore la preoccupazione tra i produttori: i volumi rimangono a un debolissimo +0,1 per cento e il controvalore, ancora condizionato dall’inflazione, è di 2,3 miliardi di euro (+0,9 per cento). Rispetto a marzo, l’Osservatorio rileva un peggioramento, con volumi che crollano per effetto di un secondo trimestre con volumi a -4,3 per cento e un conseguente calo nel semestre della domanda di vino italiano negli Usa (-2,1 per cento), in Uk (-1,5 per cento) ma non in Germania(+2,7 per cento). Che cosa ci tiene a galla, nonostante tutto? L’export è sostenuto in maniera decisiva solo dai frizzanti a basso costo. Ed è evidente dai dati: al netto della crescita della tipologia frizzanti sulla piazza tedesca, il saldo del vino italiano nei tre Paesi principali segnerebbe una contrazione dell’1,6 per cento.


Se nel carrello della spesa statunitense ogni quattro bottiglie di vino italiano una è di Prosecco (+4,3 per cento), tra gli inglesi l’incidenza sale al 33 per cento. Ma il pesante stop del secondo trimestre ha condizionato il parziale Uk di metà anno, sia nelle vendite di spumanti (-0,4 per cento volume e -4,7 per cento valore), sia dei vini fermi (-2,2 per cento volume e +5,2 per cento valore), per un valore di 845 milioni di euro. Sul mercato tedesco, l’Italia limita i danni di un mercato altrimenti asfittico grazie all’exploit dei “frizzantini” (+23,3 per cento volume e +14,6 per cento valore), complice un prezzo medio da “saldi”: 3,63 euro/litro (-7 per cento il prezzo medio).


E voi cosa ne pensate? L'articolo continua su Gastronomika!

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