I fenomeni meteorologici che sempre più spesso colpiscono le vigne a causa dell’innalzarsi delle temperature non sono evitabili, ma possono essere resi più o meno innocui, o meno dannosi. Ma le protezioni influenzano il paesaggio, e anche l’uva
Passando per le strade che attraversano i vigneti, in questo periodo dell’anno, avrete forse incontrato delle vigne coperte da reti nere (meno frequentemente bianche o verdi), solide e di materiale plastico, che avvolgono completamente le piante. Sono reti antigrandine, che servono a proteggere l’uva dagli eventi grandinigeni, che sono sempre più frequenti perché in questo momento di cambiamento climatico significativo le ondate di calore creano le condizioni ideali per questi fenomeni.
Perché arriva la grandine? Quando fa troppo caldo, le correnti ascensionali sono più forti, e le masse di aria umida incontrano masse di aria fredda negli strati alti dell’atmosfera, nei cosiddetti cumulonembi, nuvole che assomigliano più o meno ad un’incudine, si creano le condizioni ideali per gli eventi grandinigeni. Le forti correnti al loro interno, infatti, fanno ripetutamente salire e scendere le gocce di umidità presenti al loro interno: queste ultime, raggiunta la sommità della nuvola, dove le temperature possono arrivare anche a -20°C, congelano, e a ogni ciclo i chicchi si ingrossano sempre di più finché non raggiungono dimensioni tali da non riuscire più a rimanere sospese nella nuvola e quindi cadono. Questi fenomeni purtroppo hanno entità sempre più importante e sono sempre più frequenti. Qualche decade fa una grandinata importante avveniva ogni otto, dieci anni: oggi capita un anno sì e un anno no, quando siamo fortunati.
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